“Per fare un tavolo ci vuole il legno, per fare il legno ci vuole un albero” diceva la famosa filastrocca, ma da quale albero prendere il legno? quale parte dell’albero usare? Da quale varietà di albero è stato ricavato il mobile antico che hai in salotto?
Scommetto che anche tu spesso ti perdi in una particolare venatura del legno e che spesso ti chiedi: “ma di che legno sarà fatto questo mobile?”
Nessun problema, oggi ti faremo vedere quali sono le qualità pregiate e le tipologie di legno più diffuse in Italia per costruire i mobili.
Cerchiamo di raggruppare le varie tipologie di legno: Se chiedete ad un falegname senza dubbio vi dirà che esiste un solo modo per classificare i vari tipi di legno:
- Legno Tenero (Abete, Pioppo, Tiglio, Pino, etc.)
- Legni Duri (Castagno, Ciliegio, Faggio, Noce, Mogano, Olivo, Olmo, Rovere, etc.)
Certo il falegname deve lavorarlo il legno, ma noi vogliamo darvi due dritte per riconoscere i principali tipi di legno utilizzati negli ultimi secoli in Italia. Sarebbe complicato e noioso elencare tutti i tipi di legno quindi noi vi porteremo per mano in un viaggio, passando dai legni più pregiati ai più rustici.
I Legni Pregiati
1) Noce
Partiamo dal re per eccellenza dei legni, per lo meno qui in Italia. Uno dei legni di pregio più utilizzati soprattutto nei secoli XV e XVI. Ha una venatura molto morbida che, con il passare degli anni, si spande fino ad uniformarsi in tono chiaro e pastoso.
In Italia potete trovare un vasto assortimento di mobilia in noce, da secoli è uno dei legni preferiti dagli artigiani e dai chi cerca il mobile giusto per casa loro. Ecco qualche esempio di mobili in noce: Cassapanca ‘800 – Noce, Sedia “Gigio” ‘800 – Noce, Vetrina metà ‘800 – Noce, Specchio stile Impero ‘800 – Noce.
Ma ci sono delle parti del noce ancora più pregiate:
- La Radica di Noce viene tratta dalle radici dell’albero e venne spesso impiegata dalla seconda metà del secolo XVI per lastronature ed impiallacciature.
- Il Pedù macchiato invece è tratto dalla zona immediatamente dopo la radice del Noce. E’ un legno poco robusto e generalmente adoperato per impiallacciature dal secolo XVIII in poi.


2) Palissandro
Legno di pregio, duro, resistente, di porosità abbastanza elevata e di colore marrone (molto variabile anche tra piante della stessa specie) con striature nerastre. Spesso usato per le impiallacciature dal secolo XVIII in poi.
Le specie più usate per la costruzione dei mobili sono la Dalbergia nigra e la Dalbergia latifolia
3) Mogano
Legno di pregio e d’importazione, infatti cresce principalmente in America. La buona lavorabilità e l’eccellente finitura fanno del mogano una scelta di classe per molti costruttori di mobili ed ebanisti. Viene usato poi per impiallacciature, falegnameria d’interni, tornitura e strumenti musicali. Le specie americane sono anche utilizzate nella costruzione di imbarcazioni.
Mogano di Cuba è una particolare varietà che si utilizzava per la costruzione di piccoli mobili nel secolo XVIII e per i tavoli inglesi del XIX.

4) Ebano
Legno pregiato, duro, compatto e scuro che si ricava da diverse specie di alberi del genere Diospyros, della famiglia delle Ebenacee. Anch’esso d’importazione può presentare colori e venature differenti a seconda dell’origine.
Spesso Usato nel secolo XVI nei “Cabinets”, ritornò di moda dal secolo XIX.
5) Ciliegio
Il legno marrone-rosso, molto resistente, duro e compatto, viene usato per fare sia mobili che strumenti musicali.
E’ una tipologia di legname abbastanza pesante, facile da lavorare, che si presta alle lavorazioni delle macchine utensili, compresa la tornitura.
Il ciliegio veniva principalmente usato per l’impiallacciatura dei mobili della seconda metà del secolo XVIII e nel secolo XIX.
5) Bois de Rose
Bois de Rose indica comunemente alcune specie del genere Dalbergia, tipo decipularis, variabilis o frutescens.
Ampiamente utilizzate nel secolo XVIII per l’intarsio. Successivamente tale nome è stato attribuito anche alla Dalbergia maritima del Madagascar e alla Dalbergia sissoo (il palissandro Shisham) dell’India orientale.
Gli impieghi principali prevedono la produzione di mobili d’arte, piccoli oggetti di falegnameria fine, impiallacciature e lavori di ebanisteria.
Una particolarità di questo legno è che presenta un odore più o meno marcato di rosa, che può perdurare anche dopo molti anni dalla lavorazione.
I legni “Poveri”
Tra gli altri legni più diffusi in Italia, cosiddetti poveri, di seguito vi proponiamo dei campioni che potranno aiutarvi a riconoscerli:
1)Pioppo, Abete e Cirmolo, legni dolci e principalmente utilizzati per costruire le ossature dei mobili da impiallacciare o laccare, ecco un esempio di abete laccato: Armadio fine ‘800 – “Les étoiles*****”.
2)L’Olmo, molto più resistente dei precedenti
3)Il duttile Tiglio e il dolce Ontano, ottimi all’intaglio per cornici e L’acero, perfetto per l’intarsio.
Allora, avete riconosciuto da quale legno è stato ricavato il vostro tavolo in cucina?
Pregiato o meno, ogni venatura ed ogni imperfezione raccontano la storia del mobile. Il suo legno va quindi curato per preservarne la bellezza e l’identità. Per questo siamo qui noi e il nostro laboratorio di restauro mobili antichi di Torino.
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